di Alberto Dalmasso

lunedì 5 giugno 2017

LE FALSE CREDENZE SULL'ACIDO LATTICO

Diverse opinioni sbagliate sono riferite alla produzione dell’ acido lattico, in particolare al fatto che si verifichi o meno durante un determinato impegno, al suo timing o ai fattori che ne determinano l’entità.



Molti tecnici sportivi, con una lunga esperienza con gli atleti, continuano ad avere alcune convinzioni errate sull’acido lattico; in qualche caso le idee confuse le hanno anche i medici dello sport e persino i ricercatori che si occupano di attività fisica.

Molti atleti e addetti ai lavori credono, per esempio, che i dolori muscolari presenti nei giorni successivi ad un certo impegno (quelli indicati con l’acronimo DOMS: Delayed Onset Muscle Soreness) dipendano dalla permanenza dell’acido lattico, quando, invece, la concentrazione di tale sostanza, anche nel caso che sia stata prodotta in quantità molto elevate, torna ai livelli basali al massimo dopo poche decine di minuti.

Alcuni allenatori, inoltre, sono convinti ancora oggi che l’acido lattico sia esclusivamente dannoso per l’atleta dal momento che una sua elevata produzione determina una ridotta efficienza dei muscoli; non si rendono conto che la presenza nei muscoli e nel sangue di tale sostanza indica semmai che c’è stato un vantaggio per la prestazione, poiché è stata prodotta e messa a disposizione dei muscoli una certa quantità di energia (energia glicolitica) che è all’incirca tanto maggiore quanto più elevata è la quantità di acido lattico prodotta.


Diverse altre opinioni sbagliate sono riferite alla produzione dell’acido lattico, in particolare al fatto che si verifichi o meno in un determinato impegno, al suo timing o ai fattori che ne determinano l’entità.

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