di Alberto Dalmasso

martedì 13 giugno 2017

LA MASSOTERAPIA LOMBARE, COS'È E A COSA SERVE

La lombalgia, spesso, è la conseguenza di cause multiple, talvolta unite tra loro: può, infatti, dipendere da una postura scorretta tenuta per un tempo prolungato, da un'eccessiva tensione dei muscoli dovuta a stress psicofisico o spesso è un problema legato alle conseguenze del sovrappeso e della sedentarietà.
Altri effetti sono imputabili al freddo, all'umidità, agli strappi muscolari, agli sforzi eccessivi. A generare il mal di schiena c'è poi la degenerazione e la fuoriuscita del disco intervertebrale, che funziona come un ammortizzatore naturale e impedisce alle vertebre di entrare tra loro in frizione. Il dolore di solito si localizza al basso dorso, tra i bordi dell'arcata costale ed i limiti dei muscoli glutei. 
Oltre ai disturbi prettamente ortopedici connessi (ernia del disco, artrosi lombare, scoliosi o lordosi, osteoporosi), si possono verificare problemi legati al mal di schiena che interessano l'apparato urogenitale, affezioni neurologiche e intraddominali.
Il dolore è il primo sintomo, che si manifesta come una fitta acuta, continua o periodica, che si irradia generalmente verso il gluteo. Il dolore dipende da una stimolazione del nervo e spesso è associato a un'importante contrattura riflessa della muscolatura paravertebrale, che a sua volta è responsabile di un "blocco" che immobilizza il tratto lombare della colonna. 
La massoterapia lombare può essere un adeguato trattamento per la risoluzione di questa patologia, vediamo più nel dettaglio in che cosa consiste.




Il dolore lombare, con la conseguente irradiazione lungo il decorso dei nervi, sciatico o femorale, proviene dalla colonna vertebrale la quale, normalmente, non risente dei benefici della massoterapia.
In alcuni casi, invece, i benefici sono possibili quando vengono interessati i grandi muscoli ai lati della colonna vertebrale. In questi casi dunque una serie di massaggi, con la massoterapia lombare, consente di dare un certo sollievo. Occorre sempre associare però un programma specifico di esercizi, in modo tale da non far ricomparire il dolore dopo poco tempo.
La massoterapia è un'antica forma terapeutica che consta di un insieme di diverse manovre eseguite sul corpo per poter lenire dolori muscolari o articolari, allentare tensioni e affaticamento muscolare, per tonificare il volume di alcuni tessuti ma anche per migliorare il benessere psichico del soggetto.
La massoterapia apporta benefici all'intero organismo come, ad esempio, miglioramenti alla circolazione sanguigna e linfatica, relax muscolare, benessere e distensione.
Le prime testimonianze relative al massaggio terapeutico risalgono ai tempi della Grecia classica: pare che Ippocrate lo praticasse per combattere i disturbi legati all'età avanzata. Il massaggio terapeutico si è poi diffuso in ambiente militare e sportivo.
Oggi esistono quattro correnti principali che si originano da questa tecnica: metodo svedese, metodo tedesco, metodo francese e chiromassaggio spagnolo.
Questo tipo di medicina olistica riabilitativa e preventiva viene effettuata tramite massaggio a nudo, con l'utilizzo delle mani e con oli, creme, talco, leggere stoffe o altri prodotti e strumenti ideali per la cute da trattare.
Qualità del contatto, scambio energetico, potere della comunicazione: nel massaggio si fondono tutti questi fattori. A ogni seduta si rende sacra e si onora la corrispondenza tra epidermide e sistema nervoso: toccando una persona è possibile stabilire un contatto con la sua mente e comunicare per intero con il corpo.
Si possono suddividere le diverse tecniche di massaggio in: sfioramento, sfregamento, frizione, impastamento, pressione, percussione e vibrazione. Ognuna di queste manovre ha la sua specifica funzione, dal rilassamento alla cura di edemi o difetti vascolari con relativo miglioramento. La massoterapia si concentra spesso su schiena e collo, rispettivamente con la massoterapia lombare e la massoterapia cervicale. Avremo dunque un massaggio decontratturante, un massaggio crioterapico, un massaggio di Cyriax ed un massaggio di Knap.
La massoterapia produce un sensibile miglioramento della vascolarizzazione, aumenta l’elasticità della pelle e dei muscoli, determina un effetto rilassante e riesce ad alleviare il dolore con un effetto sedativo. Non solo migliora la circolazione linfatica ma scioglie le contratture muscolari.

Quali disturbi cura la massoterapia?
Si tratta di una tecnica che viene utilizzata per ridurre la fatica e lo stress o la conseguenza di forti traumi, incrementare la capacità di recupero degli atleti e per rilassare i muscoli; si ha, inoltre, una migliore vascolarizzazione oltre che un miglior trofismo e si aumenta l’elasticità della pelle.
In generale, la massoterapia determina uno stato di grande rilassamento a livello psicofisico, migliorano alcune funzioni specifiche, e si ottiene un effetto sedativo e antidolorifico.
Esistono vari tipi di massaggi massoterapici, da quelli della tradizione cinese Tui-Na, a quelli combinati con l'acqua, che facilita il drenaggio, di cui si occupa la masso-idroterapia, solo per citarne alcuni.

Per chi è pensata la massoterapia?
La massoterapia può essere molto funzionale per chi soffre di cattiva circolazione del sangue e linfatica, per chi ha contratture muscolari o semplicemente vuole apportare rilassamento all'organismo.
Buoni risultati possono essere ottenuti in caso di cervicalgie e lombalgie ed anche per il trattamento delle cicatrici post operatorie.
Anche la massoterapia ha delle controindicazioni, quindi meglio sempre sentire il parere di un medico ed evitarla nel caso di: febbre, malattie infettive, primi mesi di gravidanza, pressione alta, infiammazioni, fratture ossee, problemi della pelle, ferite, lividi, vesciche, ustioni o malattie delle vene come tromboflebiti e flebotrombosi.


lunedì 5 giugno 2017

LE FALSE CREDENZE SULL'ACIDO LATTICO

Diverse opinioni sbagliate sono riferite alla produzione dell’ acido lattico, in particolare al fatto che si verifichi o meno durante un determinato impegno, al suo timing o ai fattori che ne determinano l’entità.



Molti tecnici sportivi, con una lunga esperienza con gli atleti, continuano ad avere alcune convinzioni errate sull’acido lattico; in qualche caso le idee confuse le hanno anche i medici dello sport e persino i ricercatori che si occupano di attività fisica.

Molti atleti e addetti ai lavori credono, per esempio, che i dolori muscolari presenti nei giorni successivi ad un certo impegno (quelli indicati con l’acronimo DOMS: Delayed Onset Muscle Soreness) dipendano dalla permanenza dell’acido lattico, quando, invece, la concentrazione di tale sostanza, anche nel caso che sia stata prodotta in quantità molto elevate, torna ai livelli basali al massimo dopo poche decine di minuti.

Alcuni allenatori, inoltre, sono convinti ancora oggi che l’acido lattico sia esclusivamente dannoso per l’atleta dal momento che una sua elevata produzione determina una ridotta efficienza dei muscoli; non si rendono conto che la presenza nei muscoli e nel sangue di tale sostanza indica semmai che c’è stato un vantaggio per la prestazione, poiché è stata prodotta e messa a disposizione dei muscoli una certa quantità di energia (energia glicolitica) che è all’incirca tanto maggiore quanto più elevata è la quantità di acido lattico prodotta.


Diverse altre opinioni sbagliate sono riferite alla produzione dell’acido lattico, in particolare al fatto che si verifichi o meno in un determinato impegno, al suo timing o ai fattori che ne determinano l’entità.

venerdì 19 maggio 2017

LA STAGIONE 2016 COME MASSAGGIATORE SPORTIVO DEL WOMEN’S PROFESSIONAL CYCLING TEAM SERVETTO FOOTON ALU-RECYCLING

Nel 2016 ho avuto l’opportunità di lavorare come massaggiatore sportivo del Team professionistico femminile Servetto Footon Alu-Recycling e posso dire che l’esperienza fatta sia dal punto di vista umano che professionale è stata molto intensa e positiva.
Ho avuto modo di lavorare con atlete professioniste di fama internazionale ad iniziare dalla giovane svizzera Jolanda Neff, atleta capace di piazzarsi, nelle recenti olimpiadi di Rio 2016, all’ottavo posto nella prova in linea su strada ed al sesto in quella di mtb nella specialità del cross country; essendo, in quest’ultima gara, una delle principali favorite. La svizzera, inoltre, è stata campionessa mondiale under 23, campionessa europea in carica e vincitrice della Coppa del Mondo di cross country  nel 2014 e nel 2015.

L’elenco prosegue con un’altra atleta svizzera di tutto rispetto Nicole Brandli, vincitrice di 3 giri d’Italia (2001, 2003, 2005) e di numerose classiche tra le quali il Trofeo Alfredo Binda Cittiglio, il Grand Prix de Plouay ed il Giro del Friuli.
Ancora un’altra protagonista, questa volta italiana, Eva Lechner tre volte campionessa del mondo e due volte europea nel cross country e vincitrice di diverse prove di coppa del mondo di ciclocross.

Altre atlete di rilievo erano Anna Potokina, campionessa nazionale russa, Lija Laizane, campionessa nazionale lettone e due giovani talenti italiani Katia Ragusa e Maria Vittoria Sperotto, quest’ultima vice campionessa europea su pista.



Fig.1 – La maglia di campionessa del mondo della fuoriclasse svizzera Jolanda Neff.


Con il Team ho seguito diverse gare durante l’anno dalle classiche di un giorno di inizio stagione come: Strade Bianche, Trofeo Alfredo Binda Cittiglio, Giro delle Fiandre, Gand-Wevelgem e Freccia Vallone; alle corse a tappe come il Gracia-Orlova (Repubblica Ceca), Tour of Chongming Island (Cina) per finire con il Giro d’Italia.

Il lavoro di un massaggiatore sportivo all’interno di un team professionistico di ciclismo è molto vario e completo. Il primo aspetto importante da valutare attentamente è quello relativo alle specifiche caratteristiche di ogni singolo atleta da trattare. All’interno della squadra, infatti, erano presenti un gruppo molto eterogeno di atlete: dalle veterane a quelle di altissimo livello fino ad atlete molto giovani alla prima stagione nella categoria Elite che in alcuni casi non erano mai state trattate in precedenza. La valutazione delle caratteristiche di ogni singolo atleta è molto importante per poterle offrire il trattamento più specifico e idoneo possibile senza mai tralasciare alcun aspetto anche perché a questo livello i particolari fanno davvero la differenza e la differenza si traduce spesso nell’essere protagonista o meno per la vittoria finale.

Ho cercato da subito di capire quale potesse essere il feedback dell’organismo di ogni ragazza  in seguito ad uno stimolo trasferito attraverso l’esecuzione di un trattamento.

Il lavoro è stato poi ulteriormente differenziato a seconda che andassi ad eseguire trattamenti pre-gara per una classica di un giorno piuttosto che tra una frazione e l’altra di una gara a tappe. Nei due giorni che precedevano una classica di un giorno, infatti, è stato possibile trattare e risolvere in profondità tutte le contratture muscolari riscontrate sulle atlete in quanto nelle 24/36 ore successive la muscolatura avrebbe avuto tutto il tempo per recuperare lo stress fisico provocato dal massaggio ed iniziare ad avere un beneficio importante da sfruttare durante la competizione.

Tra le tappe di una gara lunga ed importante come, ad esempio il Giro d’Italia, il mio lavoro è stato completamente differente. Innanzi tutto ho dovuto valutare la stanchezza crescente, tappa dopo tappa, delle atlete cercando di intervenire in modo leggero sulle contratture muscolari presenti e concentrandomi, invece, sul drenaggio e sulla successiva eliminazione delle sostanze cataboliche di scarto prodotte durante l’attività fisica in modo che la muscolatura fosse pronta nei giorni successivi ad affrontare al meglio la competizione senza aver subito uno stress meccanico importante provocato da un massaggio troppo invasivo.
In queste occasioni di gare prolungate su più tappe, ma anche in altre, soprattutto quando era necessario far fronte alle conseguenze riportate in seguito ad una caduta piuttosto che nella cura di patologie acute o croniche delle quali le atlete erano affette, mi è stata di enorme aiuto la Tecarterapia della Human Activ messaci a disposizione della stessa azienda in qualità di sponsor tecnico della squadra.

Da anni questa azienda è leader mondiale relativamente alla tecarterapia specifica per l’attività sportiva. Ho avuto la possibilità di sperimentare con enorme successo alcuni protocolli appositamente studiati per il recupero e per il defaticamento del tessuto muscolare nonché del drenaggio di stati contusivi ed edematosi tipica conseguenza di una caduta.

La durata dei singoli trattamenti aveva una durata di circa 45 minuti all’interno dei quali, oltre al massaggio, eseguivo anche una serie di mobilizzazioni articolari per ripristinare il corretto range articolare e degli esercizi di stretching per detendere ulteriormente i gruppi muscolari più affaticati ed impegnati durante l’esercizio fisico.

Il compito di una massaggiatore non si ferma, però, soltanto al trattamento defaticante delle atlete ma va ben oltre. Mio compito è stato anche quello di preoccuparmi dell’alimentazione dei corridori, curando la loro alimentazione durante la gara e dopo la sua conclusione al fine di avere un corretto e veloce recupero di energie.

Durante la competizione preparavo, per le atlete, panini di varie tipologie da assumere nelle fasi iniziali di corsa per dare tempo all’organismo di assimilarli. Nelle fasi conclusive della gara, invece, venivano assunti esclusivamente gel energetici contenenti zuccheri a rapida assunzione.

Per quanto concerne il rifornimento idrico le borracce erano composte con maltodestrine (sostanza ricca di zuccheri), sali minerali oppure acqua. La mia indicazione, salvo abitudini particolari dell’atleta, era di partire con una borraccia di sali minerali ed una di acqua, oppure con una di maltodestrine ed una di acqua; questo variava in base alla tipologia del percorso di gara e alla temperatura e alle condizioni atmosferiche.

Terminata la competizione venivano assunte, entro 20 minuti, bevande ricche di proteine e cibi come il riso per favorire un rapido recupero per i giorni di gara successivi.





Fig.2 – Jolanda Neff in azione nel Trofeo Binda Cittiglio 2016 concluso al terzo posto.

martedì 16 maggio 2017

LA SINDROME DEL PIRIFORME - TEST DI VALUTAZIONE E TRATTAMENTO

La sindrome del piriforme è un disturbo neuromuscolare che insorge quando il muscolo piriforme, situato nella regione del gluteo, comprime od irrita il nervo sciatico.




Fig.1 – Localizzazione anatomica del muscolo piriforme.


I sintomi sono simili a quelli generati da altre condizioni che evolvono in sciatalgia, come l'ernia al disco; tuttavia, la sindrome del piriforme non si riferisce a problemi alle radici dei nervi spinali e/o alla compressione di un disco intervertebrale. Il coinvolgimento del nervo sciatico, infatti, avviene un po' più lontano dalla sua origine, precisamente a livello del gluteo, dove rimane intrappolato a causa di alterazioni del muscolo piriforme; ciò può causare un dolore spesso percepito come un formicolio od una sensazione di intorpidimento che coinvolge la parte inferiore del corpo e percorre la gamba, irradiandosi dal gluteo fino al piede. Il dolore può peggiorare durante lo svolgimento di attività quotidiane come salire le scale, camminare, correre oppure dopo aver mantenuto una posizione seduta per lunghi periodi di tempo. La sindrome del piriforme è spesso confusa con un problema del disco lombare, in quanto i sintomi sono simili ad un'irritazione della radice del nervo sciatico.

La sindrome del piriforme può essere provocata da diverse cause, che includono variazioni anatomiche del rapporto muscolo-nervo o un trauma nella regione glutea, come un incidente stradale od una caduta. Non esiste un test immediato per formulare una diagnosi. La condizione viene definita principalmente sulla base dei sintomi che il paziente manifesta e sull'esame obiettivo, dopo l'esclusione di altre possibili cause. In generale, l'approccio terapeutico al disturbo inizia con esercizi fisici e stretching, che consentono di riabilitare il movimento. La maggior parte dei trattamenti è orientata alla riduzione della pressione esercitata dal muscolo piriforme sul nervo sciatico. Per tenere sotto controllo il dolore e l'infiammazione locale, possono essere prescritti farmaci analgesici ed anti-infiammatori; un'iniezione locale di corticosteroidi può dare un sollievo temporaneo.

La sindrome del piriforme è una condizione in cui il muscolo piriforme irrita o comprime il nervo sciatico prossimale a causa di un trauma o di una contrattura. Il disturbo provoca spasmi e dolore a livello del gluteo, ma può anche estendersi al vicino nervo sciatico causando intorpidimento, debolezza e formicolio lungo la parte posteriore della gamba e nel piede (simile al dolore sciatico provocato dall'ernia del disco). In generale, le condizioni di questo tipo sono indicate come neuropatie da intrappolamento.

Il piriforme è un piccolo muscolo di forma triangolare, situato in profondità nella natica, dietro il grande gluteo





 Fig.2 – Muscolo piriforme



Il muscolo piriforme:

Ø  Origina dalla superficie interna dell'osso sacro e si inserisce al femore omolaterale;
Ø  È classificato tra i muscoli esterni dell'anca (gruppo dei rotatori esterni dell'anca);
Ø  È importante per assistere la rotazione esterna/interna dell'anca, e girare la gamba e il piede verso l'esterno. In generale, questo muscolo è importante nel movimento della parte inferiore del corpo, in quanto stabilizza l'articolazione dell'anca e, contraendosi, ruota esternamente il femore e permette di camminare, spostare il peso da un piede all'altro e mantenere l'equilibrio;
Ø  Il nervo sciatico passa al di sotto del muscolo piriforme, con il quale si trova a stretto contatto.



CAUSE
Quando il muscolo piriforme è interessato da un accorciamento o da un eccessivo allungamento, può insorgere la sindrome del piriforme. Circa il 50% dei pazienti con sindrome del piriforme presentano un episodio traumatico alla natica, all'anca o alla parte inferiore della schiena. 

Le cause esatte della sindrome del piriforme sono sconosciute, ma alcune ipotesi includono:

Ø  Spasmo del muscolo piriforme o di una struttura adiacente, in risposta ad un evento traumatico o a sforzi eccessivi;
Ø  Anomalie muscolari con ipertrofia;
Ø  Anomalie dei nervi (parziali o totali);
Ø  Fibrosi (a causa di un trauma);
Ø  Pseudoaneurismi dell'arteria glutea inferiore;
Ø  Intensa attività fisica.

Ognuna di queste cause o la loro combinazione può influenzare il muscolo piriforme (causando dolore ai glutei) e il nervo sciatico adiacente (causando dolore, formicolio o intorpidimento nella parte posteriore della coscia, del polpaccio o del piede). Le lesioni da abuso possono derivare da attività svolte in posizione seduta che prevedono l'uso intenso delle gambe, come il canottaggio o il ciclismo. La sindrome del piriforme può anche essere causata da un'eccessiva pronazione del piede, dove il muscolo piriforme si contrae ripetutamente per un meccanismo di compensazione ad ogni passo.
Il risultato dello spasmo del muscolo piriforme può interessare non solo il nervo sciatico, ma anche il nervo pudendo, che controlla i muscoli dei visceri e della vescica. I sintomi di intrappolamento del nervo pudendo includono intorpidimento e formicolio nella zona inguinale e possono arrivare all'incontinenza urinaria e fecale.


SINTOMI

I tipici sintomi della sindrome del piriforme possono includere:

Ø  Dolore intenso e profondo al gluteo, che si può irradiare alle natiche;
Ø  Dolore, debolezza muscolare, formicolio o intorpidimento nella regione lombare, lungo la parte posteriore della coscia, del polpaccio e del piede (simile alla sciatica);
Ø  Dolore quando si cammina su per le scale o in pendenza;
Ø  Riduzione di movimento dell'articolazione dell'anca.

I sintomi della sindrome del piriforme spesso peggiorano durante le attività fisiche che coinvolgono il muscolo o dopo aver assunto una prolungata posizione seduta, mentre possono migliorare con il riposo in posizione supina.



DIAGNOSI
La diagnosi è spesso difficile a causa della carenza di test diagnostici validati e standardizzati; a tal proposito, due esami sono stati ben descritti e validati clinicamente:

Ø  Test elettrofisiologico, denominato FAIR-test, che misura il ritardo della conduzione del nervo sciatico.

Ø  Neurografia a risonanza magnetica, una versione sofisticata della risonanza magnetica che evidenzia l'infiammazione e gli effetti sui nervi coinvolti.

Alcuni studiosi ritengono che il criterio più importante sia l'esclusione della sciatica risultante dalla compressione/irritazione delle radici dei nervi spinali.

La sindrome del piriforme, infatti, non comporta l'erniazione dei dischi.

Esame obiettivo: la diagnosi della sindrome del piriforme è basata sulla revisione della storia clinica del paziente, sull'esame fisico e su alcuni esami diagnostici. La sindrome del piriforme viene spesso definita attraverso un processo che esclude altre condizioni potenzialmente in grado di causare sintomi simili nel paziente, come un'ernia del disco lombare od una disfunzione 
sacroiliaca. L'esame fisico comprende un esame dell'anca e delle gambe, per valutare se il movimento provoca l'esacerbarsi del dolore a livello della schiena o degli arti inferiori, e per misurare la dolorabilità locale e la forza muscolare. In genere, il movimento dell'anca e la forzata rotazione della coscia estesa provocano il dolore, mentre tramite un'attenta e profonda palpazione è possibile rilevare uno spasmo del muscolo piriforme.

Anamnesil'anamnesi comprende un esame approfondito dei sintomi riferiti dal paziente, indagando quali posizioni o attività alleviano o peggiorano il dolore, la durata delle manifestazioni e la loro associazione ad un recente infortunio.

Test diagnostici: gli studi di imaging tradizionali non sono in grado di diagnosticare la sindrome del piriforme. Tuttavia, test diagnostici come la 
tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica (MRI) possono essere condotti per escludere altre condizioni responsabili di sintomi simili, e per rilevare se il nervo sciatico è compresso da altre cause. Un'iniezione di anestetico con o senza steroidi può aiutare a confermare se il muscolo piriforme è la sorgente dei sintomi.



TRATTAMENTO
La maggior parte delle persone che presentano la sindrome del piriforme migliora con il trattamento e le modifiche dello stile di vita. A seconda della gravità del dolore e di altri sintomi, possono essere raccomandate alcune opzioni terapeutiche. Se il dolore è causato da determinate azioni, è utile cercare di evitare temporaneamente le attività e le posizioni che lo innescano. Il riposo può contribuire ad alleviare i sintomi. Un medico o un terapista della riabilitazione possono suggerire a ciascun paziente un programma di esercizi personalizzato che contribuisca a ridurre la compressione del nervo sciatico. Alcuni operatori sanitari possono raccomandare farmaci anti-infiammatori, rilassanti muscolari o iniezioni locali di un corticosteroide. Possono essere usate anche altre terapie, come la ionoforesi e l'iniezione di tossina botulinica (esempio: Botox ®), la quale può alleviare la rigidità muscolare e la compressione del nervo sciatico. Raramente, nei casi molto gravi e persistenti, viene eseguito un intervento chirurgico per alleviare la pressione sul nervo sciatico.

Un approccio globale alla gestione della sindrome del piriforme può includere una combinazione dei seguenti trattamenti:

Esercizio fisico, stretching e massaggi. Un trattamento efficace comprende lo stretching ed il rafforzamento dei gruppi muscolari interessati dalla sindrome del piriforme (gluteo medio, muscoli adduttori ed estensori dell'anca ecc.). Esercizi che prevedono movimenti per allungare il muscolo piriforme e diminuire lo spasmo possono alleviare i sintomi dolorosi lungo il nervo sciatico e riabilitare il paziente in pochi giorni. La massoterapia, praticata da un esperto, può migliorare la guarigione aumentando il flusso di sangue alla zona e riducendo lo spasmo muscolare. 


Fig.3 – Esercizio di stretching per il muscolo piriforme.


Impacchi freddi e caldiAlla comparsa di dolore, è utile iniziare applicando un impacco freddo sulla zona dolente più volte al giorno per circa 15 minuti alla volta. Ripetere se necessario ogni 2-4 ore, continuando finché se ne trae beneficio, anche per un paio di giorni. A volte, può essere più utile massaggiare delicatamente l'area con un cubetto di ghiaccio, soprattutto se sono attività specifiche a determinare un aumento del dolore (se il ghiaccio è posto direttamente a contatto con la pelle, limitare l'applicazione a 8-10 minuti per evitare ustioni da freddo). L'impacco freddo consente di attenuare l'infiammazione e la tensione muscolare, per un effetto analgesico naturale. Una volta alleviato il dolore acuto, è bene cercare di rilassare i muscoli contratti: in questo caso, può essere utile il calore (come una borsa dell'acqua calda). Alcune persone trovano utile alternare impacchi freddi e caldi. 


Farmaci. Gli anti-infiammatori non steroidei (FANS), come l'ibuprofene o il naprossene, consentono di alleviare il dolore durante la fase acuta e contribuiscono a ridurre l'infiammazione. Se il dolore non tende a migliorare, il medico può iniettare direttamente nel muscolo piriforme un farmaco corticosteroideo, per ridurre lo spasmo muscolare. Lo scopo di un'iniezione locale di farmaci consiste nel diminuire il dolore acuto per consentire progressi nella terapia fisica. Per uno spasmo persistente del muscolo piriforme, resistente al trattamento con 
analgesici ed antiinfiammatori, può essere utile ricorrere ad una un'iniezione di tossina botulinica, per aiutare il muscolo a rilassarsi e contribuire a ridurre la pressione sul nervo sciatico. 


Elettroterapia per la sindrome del piriforme. La stimolazione elettrica nervosa transcutanea (TENS) può aiutare a bloccare il dolore e a ridurre lo spasmo muscolare associati alla sindrome del piriforme.


PROGNOSI

La prognosi è buona per la maggior parte degli individui con sindrome del piriforme. La corretta gestione dei sintomi consente la ripresa delle normali attività e un regolare esercizio fisico aiuta a prevenire il problema. In alcuni casi, una volta che i sintomi migliorano, i regimi della terapia fisica possono essere modificati al fine di ridurre la probabilità di recidiva o di peggioramento.