Nel
2016 ho avuto l’opportunità di lavorare come massaggiatore sportivo del Team
professionistico femminile Servetto Footon Alu-Recycling e posso dire che
l’esperienza fatta sia dal punto di vista umano che professionale è stata molto
intensa e positiva.
Ho
avuto modo di lavorare con atlete professioniste di fama internazionale ad
iniziare dalla giovane svizzera Jolanda
Neff, atleta capace di piazzarsi, nelle recenti olimpiadi di Rio 2016,
all’ottavo posto nella prova in linea su strada ed al sesto in quella di mtb
nella specialità del cross country; essendo, in quest’ultima gara, una delle
principali favorite. La svizzera, inoltre, è stata campionessa mondiale under
23, campionessa europea in carica e vincitrice della Coppa del Mondo di cross
country nel 2014 e nel 2015.
L’elenco
prosegue con un’altra atleta svizzera di tutto rispetto Nicole Brandli, vincitrice di 3 giri d’Italia (2001, 2003, 2005) e
di numerose classiche tra le quali il Trofeo Alfredo Binda Cittiglio, il Grand Prix de Plouay ed il Giro del Friuli.
Ancora
un’altra protagonista, questa volta italiana, Eva Lechner tre volte campionessa del mondo e due volte europea nel
cross country e vincitrice di diverse prove di coppa del mondo di ciclocross.
Altre
atlete di rilievo erano Anna Potokina,
campionessa nazionale russa, Lija
Laizane, campionessa nazionale lettone e due giovani talenti italiani Katia Ragusa e Maria Vittoria Sperotto, quest’ultima vice campionessa europea su
pista.
Fig.1
– La maglia di campionessa del mondo della fuoriclasse svizzera Jolanda Neff.
Con
il Team ho seguito diverse gare durante l’anno dalle classiche di un giorno di
inizio stagione come: Strade Bianche, Trofeo Alfredo Binda Cittiglio, Giro
delle Fiandre, Gand-Wevelgem e Freccia Vallone; alle corse a tappe come il
Gracia-Orlova (Repubblica Ceca), Tour of Chongming Island (Cina) per finire con il Giro
d’Italia.
Il lavoro di un massaggiatore sportivo all’interno di
un team professionistico di ciclismo è molto vario e completo. Il primo aspetto
importante da valutare attentamente è quello relativo alle specifiche
caratteristiche di ogni singolo atleta da trattare. All’interno della squadra,
infatti, erano presenti un gruppo molto eterogeno di atlete: dalle veterane a
quelle di altissimo livello fino ad atlete molto giovani alla prima stagione
nella categoria Elite che in alcuni casi non erano mai state trattate in
precedenza. La valutazione delle caratteristiche di ogni singolo atleta è molto
importante per poterle offrire il trattamento più specifico e idoneo possibile senza
mai tralasciare alcun aspetto anche perché a questo livello i particolari fanno
davvero la differenza e la differenza si traduce spesso nell’essere
protagonista o meno per la vittoria finale.
Ho cercato da subito di capire quale potesse essere il
feedback dell’organismo di ogni ragazza in seguito ad uno stimolo trasferito
attraverso l’esecuzione di un trattamento.
Il lavoro è stato poi ulteriormente differenziato a
seconda che andassi ad eseguire trattamenti pre-gara per una classica di un giorno
piuttosto che tra una frazione e l’altra di una gara a tappe. Nei due giorni
che precedevano una classica di un giorno, infatti, è stato possibile trattare
e risolvere in profondità tutte le contratture muscolari riscontrate sulle
atlete in quanto nelle 24/36 ore successive la muscolatura avrebbe avuto tutto
il tempo per recuperare lo stress fisico provocato dal massaggio ed iniziare ad
avere un beneficio importante da sfruttare durante la competizione.
Tra le tappe di una gara lunga ed importante come, ad
esempio il Giro d’Italia, il mio lavoro è stato completamente differente.
Innanzi tutto ho dovuto valutare la stanchezza crescente, tappa dopo tappa, delle
atlete cercando di intervenire in modo leggero sulle contratture muscolari
presenti e concentrandomi, invece, sul drenaggio e sulla successiva
eliminazione delle sostanze cataboliche di scarto prodotte durante l’attività
fisica in modo che la muscolatura fosse pronta nei giorni successivi ad
affrontare al meglio la competizione senza aver subito uno stress meccanico importante
provocato da un massaggio troppo invasivo.
In queste occasioni di gare prolungate su più tappe, ma
anche in altre, soprattutto quando era necessario far fronte alle conseguenze
riportate in seguito ad una caduta piuttosto che nella cura di patologie acute
o croniche delle quali le atlete erano affette, mi è stata di enorme aiuto la
Tecarterapia della Human Activ messaci a disposizione della stessa azienda in
qualità di sponsor tecnico della squadra.
Da anni questa azienda è leader mondiale relativamente
alla tecarterapia specifica per l’attività sportiva. Ho avuto la possibilità di
sperimentare con enorme successo alcuni protocolli appositamente studiati per
il recupero e per il defaticamento del tessuto muscolare nonché del drenaggio
di stati contusivi ed edematosi tipica conseguenza di una caduta.
La durata dei singoli trattamenti aveva una durata di
circa 45 minuti all’interno dei quali, oltre al massaggio, eseguivo anche una
serie di mobilizzazioni articolari per ripristinare il corretto range
articolare e degli esercizi di stretching per detendere ulteriormente i gruppi
muscolari più affaticati ed impegnati durante l’esercizio fisico.
Il compito di una massaggiatore non si ferma, però,
soltanto al trattamento defaticante delle atlete ma va ben oltre. Mio compito è
stato anche quello di preoccuparmi dell’alimentazione dei corridori, curando la
loro alimentazione durante la gara e dopo la sua conclusione al fine di avere
un corretto e veloce recupero di energie.
Durante la competizione preparavo, per le atlete,
panini di varie tipologie da assumere nelle fasi iniziali di corsa per dare
tempo all’organismo di assimilarli. Nelle fasi conclusive della gara, invece,
venivano assunti esclusivamente gel energetici contenenti zuccheri a rapida
assunzione.
Per quanto concerne il rifornimento idrico le borracce
erano composte con maltodestrine (sostanza ricca di zuccheri), sali minerali
oppure acqua. La mia indicazione, salvo abitudini particolari dell’atleta, era
di partire con una borraccia di sali minerali ed una di acqua, oppure con una
di maltodestrine ed una di acqua; questo variava in base alla tipologia del
percorso di gara e alla temperatura e alle condizioni atmosferiche.
Terminata la competizione venivano assunte, entro 20
minuti, bevande ricche di proteine e cibi come il riso per favorire un rapido
recupero per i giorni di gara successivi.
Fig.2 – Jolanda Neff in azione nel Trofeo Binda
Cittiglio 2016 concluso al terzo posto.